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Idee per ristrutturare e arredare la casa dei tuoi sogni

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La guida completa alla ristrutturazione della casa

 

La ristrutturazione di una casa è un’attività complessa che, se non viene eseguita con cura, può causare gravi problemi al proprietario.

Ma non preoccupatevi: seguendo i consigli giusti, riuscirete a portare a termine il lavoro e potrete avere anche voi una magnifica casa da sogno.

È dimostrato che le case ristrutturate aumentano enormemente il loro valore. Sia che decidiate di rivendere l’immobile dopo i lavori di ristrutturazione, sia che decidiate semplicemente di rinnovare e ravvivare la casa in cui vivete, sarà sicuramente un buon investimento in entrambi i casi.

Per non commettere errori nel sapere quali interventi fare, è importante considerare innanzitutto il budget e capire come ristrutturare la casa, cercando di soddisfare le esigenze e i bisogni delle persone che vi abitano.

Ristrutturare casa: quanto costa?

Se state pianificando una ristrutturazione completa, avrete bisogno di un budget consistente. Occorre inoltre considerare diversi fattori, tra cui la struttura della casa, i piani di progettazione, i permessi e, naturalmente, la planimetria della casa (in metri quadrati), le condizioni degli impianti.

Di solito, bagni e cucina sono le stanze più costose da ristrutturare, poiché richiedono l’intervento di specialisti di diversi campi, come muratori, piastrellisti, idraulici, elettricisti e falegnami.

Inoltre, se la casa è molto vecchia, potrebbero essere necessari lavori di ammodernamento strutturale, che naturalmente faranno aumentare il prezzo finale. Ad esempio, se si cerca di sostituire tutti gli impianti idraulici e di riscaldamento, il costo sarà notevolmente superiore. La pianificazione è importante per via dei numerosi dettagli che si sommano.

Ma quanto costa la ristrutturazione? Dipende dai metri quadrati della casa:

  • 60 mq circa: 24.000 euro.
  • 80 mq circa: 32.000 euro.
  • 100 mq circa: 42.000 euro.
  • 150 mq circa: 50.000 euro.
  • 200 mq circa: 60.000 euro.

Questi prezzi, naturalmente, sono il risultato di una media di quelli applicati nelle varie regioni italiane.

Ricordate anche che ci sono diversi fattori che giocano un ruolo importante, come il tipo e la qualità dei materiali che volete usare per le pareti, i pavimenti, le porte e la pittura. A seconda del vostro budget, potete scegliere quelli che rispecchiano le vostre esigenze personali e di gusto.

C’è un modo per risparmiare: chiedere preventivi alle ditte specializzate, le quali verranno a fare un’ispezione per quantificare i lavori e i relativi prezzi.

Assicuratevi che l’ispezione e il preventivo siano gratuiti e, naturalmente, senza impegno. In questo modo potrete confrontare i preventivi e poi scegliere quello più adatto alle vostre esigenze.

Le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni

A partire dal 2020 è prevista un’agevolazione fiscale pari al 50% dell’importo speso per i lavori sulla casa, che viene detratto dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche). La proprietà deve essere esistente e utilizzata a scopo residenziale.

La detrazione è stata modificata più volte durante questo periodo e ora è stata fissata ed estesa al 2022 al 50% dal 36%.

Inoltre, la detrazione del 50% è disponibile anche per grandi elettrodomestici di classe A+ o superiore (classe B da marzo 2021, a seconda della nuova classe energetica) e per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe A+ o superiore (classe B da marzo 2021, a seconda della nuova classe energetica). Il bonus per la climatizzazione, invece, è fissato tra il 50% e il 110%, a seconda dell’intervento.

Ma come funziona il bonus per la ristrutturazione della casa? I contribuenti possono detrarre dall’Irpef una parte dell’importo speso per le riparazioni delle parti comuni della propria abitazione o del proprio edificio residenziale.

L’importo massimo è di 96.000 euro per immobile fino al 31 dicembre 2022, con il 50% del valore (valore di trasferimento).

La detrazione viene effettuata in 10 rate di pari importo a cadenza annuale. Per i lavori sulle aree comuni, il singolo condomino ha diritto alla detrazione per la quota di sua competenza effettivamente pagata entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi. Le parti attribuibili, ovviamente, sono calcolate in base alla quota millesimale.

Se la detrazione annuale supera l’IRPEF, l’eccedenza non viene rimborsata in alcun modo. Ad esempio, sulla quota annua detraibile di 1.200 euro e con Irpef a 1.000 euro, la parte che resta della quota, ossia 200 euro, non potrà essere recuperata e né potrà essere richiesto un rimborso.

Il mutuo ristrutturazione

Quanto detto finora conferma che vale davvero la pena ristrutturare casa per usufruire delle agevolazioni fiscali. Di conseguenza, il valore della proprietà aumenta e i profitti di rivendita sono maggiori.

Tuttavia, la crisi che ha colpito l’Italia ha portato a una riduzione dell’accessibilità abitativa per le famiglie italiane. Che cosa si può fare per approfittare degli sgravi fiscali se non si hanno i fondi per ristrutturare l’edificio? È semplice: optare per un mutuo ipotecario.

Esistono diversi tipi di mutuo, per cui è necessario scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze. I mutui sono a tasso fisso e a tasso variabile.

Un mutuo a tasso fisso è un prestito che prevede un tasso di interesse fisso per l’intero periodo di rimborso. Con un mutuo a tasso fisso, si conosce l’importo dei pagamenti fin dalla firma del contratto e si ha la certezza che non cambierà nel tempo.

Invece, un mutuo a tasso variabile è un prestito in cui le rate mensili rimangono invariate per tutta la durata del prestito. È il periodo di rimborso che varia in base alle fluttuazioni del mercato. La fluttuazione dei tassi di interesse può allungare il periodo di rimborso di un mutuo.

Esiste una terza soluzione: il mutuo con tasso variabile ma con rata fissa. In questo caso, ciò che non è fissata è la durata.

In questo modo, potrete godere di costi inferiori al variare del tasso di interesse, senza il timore di incorrere improvvisamente in pagamenti troppo elevati. Se i tassi aumentano, continuerete a pagare le stesse rate, ma per un periodo più lungo.

Oggi è possibile ottenere un prestito ipotecario online, che offre la possibilità di calcolare le rate del vostro mutuo e di sapere già il suo ammontare. È consigliabile mettere a confronto i mutui in modo da poter comparare diverse offerte.

Ristrutturazione casa: le varie fasi

La progettazione è la fase più importante del processo di ristrutturazione case, in cui la vostra opinione e il vostro contributo sono fondamentali. Essa si divide in due fasi:

  • Progettazione preliminare: la progettazione parte da voi. Quali sono i vostri obiettivi? Quali funzioni volete ottenere? Cosa è assolutamente necessario che ci sia e cosa non dovrebbe esserci? Rispondete a queste domande. Le risposte aiuteranno i professionisti a trovare il progetto più adatto alle vostre esigenze.
  • Progettazione definitiva: una volta deciso il progetto preliminare, un professionista eseguirà le vostre scelte in modo definitivo. In questa fase possono essere coinvolte altre persone specializzate in aree tecniche specifiche.

La fase esecutiva

Arrivati a questo punto, la fase di progettazione si sposta a quella di esecuzione. Si tratta di prendere decisioni tecniche ed estetiche per creare la “casa” giusta. Il passo successivo è la scelta dell’impresa edile, che avviene attraverso la stesura di un computo metrico. Ecco di seguito le varie fasi:

  • Scelte estetiche e tecniche: in questa fase dovrete occuparvi anche degli aspetti più tecnici, come gli impianti, speciali tecnologie, la scelta e l’uso dei materiali da costruzione e di isolamento. Non temete, perché un tecnico sarà sempre a vostra disposizione per consigliarvi sulla scelta migliore per il vostro progetto. Il vostro contributo non è ancora completo. Ora inizierete a scegliere tutto ciò che serve per rendere l’ambiente la vostra casa. Siete nella fase di scelta dei pavimenti, delle porte, della carta da parati, della pittura e, infine, dei mobili.
  • Scelta dell’impresa edile che eseguirà i lavori: una volta completate le prime tre fasi, il progettista vi guiderà nel processo di selezione dell’impresa. Avete già dato tutte le indicazioni possibili alle imprese per ottenere l’offerta migliore. A questo punto vi tocca scegliere l’impresa.

L’inizio dei lavori

Ecco arrivato il momento in cui iniziano i lavori. Nella fase di ristrutturazione, tutto ciò che avete visto sul PC e sulla carta diventa realtà. In altre parole, tutto prende vita e forma. Il protagonista di questa fase sarà il progettista, che coordina il lavoro dei vari specialisti e dell’impresa.

I lavori di ristrutturazione, di solito, coinvolgono i seguenti elementi:

  • demolizione di pavimenti e muri;
  • nuova divisione degli interni;
  • nuovi impianti elettrici, della conduzione idrica interni e di quella fogniaria;
  • rifacimento degli intonaci;
  • rifacimento dei massetti;
  • nuova pavimentazione;
  • messa in opera degli infissi e delle porte;
  • pittura delle pareti.

Al termine dei lavori, il progettista dovrà depositare tutta la documentazione necessaria per completare l’opera, comprese le scelte progettuali individuate nel corso dei lavori.

Le figure professionali che intervengono durante la ristrutturazione

Nell’ambito delle principali fasi di ristrutturazione sopra descritte, saranno coinvolti nel progetto diversi specialisti.

Ad esempio, il termotecnico si occuperà delle modifiche all’impianto, mentre lo strutturista sarà coinvolto sia nella fase di progettazione che in quella di costruzione quando vengono apportate modifiche alla struttura dell’edificio.

I progettisti possono anche fornire i propri ingegneri di fiducia o collaborare con ingegneri di loro scelta.

Permessi e pratiche edilizie per ristrutturare casa

Un errore da non commettere quando volete ristrutturare la vostra casa è pensare di poter fare tutto ciò che volete senza bisogno di alcun permesso.

Non è così semplice, perché ogni Comune ha regole diverse in materia di permessi e autorizzazioni. Un intervento che non richiede un’autorizzazione in una città può richiederla in un’altra.

Come ben sapete, la legge non ammette ignoranza. È quindi consigliabile raccogliere informazioni e seguire le procedure corrette in ogni fase, prestando attenzione a quali autorizzazioni e permessi si devono richiedere al Comune.

Vediamo quali sono le regole che si applicano alla ristrutturazione casa, quali permessi sono necessari e come ottenere i permessi necessari senza ritardi o interruzioni.

Pratiche burocratiche e tipologie di intervento

Per sapere quale permesso è necessario, bisogna determinare il tipo di lavoro da eseguire, come specificato nel Testo Unico dell’Edilizia (d.p.r. 380/2001), al cui interno viene fatta la distinzione tra manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, risanamento conservativo e restauro.

Interventi di manutenzione ordinaria

La manutenzione ordinaria si riferisce a lavori di finitura interni ed esterni (ad esempio, tinteggiatura, lavaggio delle facciate, sostituzione di pavimenti e infissi), alla riparazione e alla sostituzione dei servizi igienici e a lavori di manutenzione generale per mantenere e integrare efficacemente gli impianti esistenti (luce, acqua, ecc.).

Per i normali lavori di manutenzione non è richiesta alcuna autorizzazione, ma può essere necessaria una Comunicazione di Inizio Lavori (CIL).

Interventi di manutenzione straordinaria

I lavori di manutenzione straordinaria comprendono interventi volti a sostituire o modificare parti strutturali o funzionali dell’edificio, a separare un’unità abitativa o, al contrario, a unire due edifici adiacenti.

Questa tipologia di manutenzione, la quale non comporta modifiche strutturali, prevede la presentazione del CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata). A farlo dovrà essere un geometra, che deve preparare l’intera documentazione, compresa una relazione che attesti la conformità dei lavori alla normativa vigente.

Risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e restauro

I lavori di rinnovamento o consolidamento delle funzioni abitative di un edificio si riferiscono al restauro e alla ristrutturazione, mentre la ristrutturazione di un edificio si riferisce ai lavori di demolizione e rinnovamento, sia interni che esterni.

I lavori di cui sopra comportano di rivolgersi allo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune in cui è locato l’immobile. Ecco cosa bisogna presentare:

  • la SCIA, ossia la segnalazione certificata di inizio attività, che può essere inviata telematicamente da un tecnico abilitato;
  • la comunicazione di fine lavori, accompagnata dal certificato di collaudo rilasciato dal tecnico incaricato e con il quale viene dimostrato che gli interventi effettuati sono stati conformi al progetto iniziale. Il collaudo potrebbe essere accompagnato da una dichiarazione di variazione catastale oppure da un documento in cui viene attestato che non ci sono state modifiche al classamento.

I lavori di restauro, ristrutturazione e risanamento eseguiti senza SCIA sono considerati non autorizzati e chi non segue le procedure corrette può essere soggetto a multe e all’obbligo di riportare l’edificio allo stato precedente l’intervento.

Alcuni esempi pratici

Quanto detto finora in merito ad autorizzazioni e permessi riguarda la parte legislativa. Ma in quali casi pratici essa viene applicata? Vediamolo di seguito.

Abbattimento muri interni

Se avete intenzione di eliminare una parete non portante tra cucina e soggiorno, per questo tipo di intervento, è necessario presentare al Comune un modulo di inizio lavori CILA o CIL, una relazione dell’ingegnere che confermi la conformità del progetto alla normativa vigente e i dati dell’impresa che esegue i lavori.

Se invece il muro viene demolito in vista dell’unione di due unità abitative distinte, è necessario presentare una domanda di permesso di costruire allo Sportello Unico dell’Edilizia del Comune in cui si trova l’immobile.

La procedura è diversa se il muro da demolire è un muro portante. In questo caso, è necessario allegare anche una relazione dell’ingegnere che confermi l’idoneità dell’opera e attendere la risposta positiva dell’amministrazione locale prima di iniziare i lavori.

Ristrutturazione bagno

Un tipico esempio di ristrutturazione è il rifacimento del bagno. Se l’ambito dei lavori rimane invariato, è possibile presentare una semplice CIL per iniziare i lavori, mentre se l’ambito dei lavori cambia, è necessario presentare una SCIA.

I lavori più piccoli, come la sostituzione di un impianto idraulico o di una tubatura dopo una perdita, non richiedono una domanda o un permesso speciale.

Sostituzione pavimento, rifacimento impianto elettrico, pittura pareti, cambio infissi

Tutte queste attività sono considerate manutenzione ordinaria e quindi non richiedono autorizzazione o notifica per l’inizio dei lavori. Tuttavia, è sempre meglio chiedere il parere di un esperto del settore prima di iniziare i lavori per evitare malintesi, errori e spiacevoli sorprese che si nascondono dietro l’angolo.

Un esempio? Se una finestra che si affaccia sul giardino viene trasformata in una porta-finestra per consentire l’accesso esterno, la sua manutenzione è considerata insolita e particolare ed è necessaria la SCIA.

Realizzazione soppalco

La realizzazione di soppalchi non è molto comune, ma non è nemmeno così rara. Occorre distinguere tra soppalchi residenziali e soppalchi destinati a essere utilizzati come semplici magazzini.

Nel primo caso, lo spazio creato da un soppalco è considerato un nuovo locale e, a fronte di una modifica del volume, è necessario presentare una domanda di permesso di costruire. Nel caso di un soppalco di stoccaggio, invece, è sufficiente una SCIA senza permesso di costruire.

Le opere per cui non sono previsti permessi

Quando si tratta di rifacimento degli impianti del gas, di quelli elettrici, delle fognature o dell’aria condizionata, il regime è quello di “edilizia libera”, ovvero non è necessaria alcuna documentazione.

Le opere che non necessitano di permesso sono elencate nel Glossario di edilizia libera contenuto nel Decreto Ministeriale del 2 marzo 2018, che definisce le categorie di intervento e i permessi necessari per realizzarle.

Gli interventi di edilizia libera contemplano sostituzioni, ristrutturazioni e riparazioni. Nello specifico:

  • rivestimenti sia all’interno che all’esterno;
  • pavimentazioni interne e delle aree esterne perimetrali;
  • rifacimento di impianti di scarico e grondaie;
  • intonaco e pittura interni e esterni;
  • parapetti, inferriate e ringhiere;
  • infissi e serramenti interni ed esterni.

Quanto costa demolire una casa

La ristrutturazione di edifici comporta la demolizione, che in pratica è il loro abbattimento. In caso di ristrutturazione, ovviamente, ci sarà una ricostruzione successiva. Se avete difficoltà a decidere se demolire una casa, potete aiutarvi facendo una ricerca sui costi della demolizione.

Come piccolo promemoria, va notato che la demolizione di un intero immobile comporta l’utilizzo di attrezzature diverse rispetto alla demolizione di una sola parte della casa.

Per la demolizione di un intero edificio, il costo viene normalmente calcolato sulla base dei metri cubi di macerie, che di solito è di circa 25-30 euro al metro cubo. Se invece la demolizione riguarda solo una parte della casa, il discorso è diverso.

I lavori di demolizione vengono eseguiti meccanicamente e in parte a mano, quindi il costo dipende da ciò che deve essere demolito. Per essere chiari, la demolizione di un muro di mattoni non potrà mai avere il medesimo prezzo di quella di un rivestimento in ceramica.

Occorre inoltre tenere conto dei costi di trasporto dei rifiuti in discarica e del loro smaltimento.

Dopo la demolizione: le pareti divisorie

La prima parte di un progetto di ristrutturazione post-demolizione è la costruzione di pareti divisorie. Una parete divisoria essenzialmente divide lo spazio interno in stanze diverse. In questo modo si creano diverse stanze, che devono sempre essere pensate in anticipo e inserite nella planimetria della casa.

Le pareti divisorie servono quindi a separare gli ambienti tra loro e vengono scelte in base alle esigenze degli occupanti.

Le pareti non portanti sono solitamente realizzate in mattoni forati, ma anche con altri materiali, sempre a seconda dei risultati che si vogliono ottenere.

Ad esempio, per migliorare l’isolamento acustico tra le stanze si utilizzano materiali fonoassorbenti come il sughero o il polistirene, che vengono introdotti nello spazio libero.

Lo spessore della parete divisoria è di 8 cm in forma grezza e di 10 cm dopo la pittura. Gli impianti elettrici e idraulici possono essere installati all’interno della parete divisoria.

Dopo la demolizione: gli impianti

Un elemento molto importante della ristrutturazione di una casa è il rinnovo dei vari impianti. Se quelli esistenti sono obsoleti e non conformi agli standard, è necessaria una nuova installazione.

Si tratta di un aspetto molto importante, perché un impianto fuori norma può mettere a repentaglio la sicurezza dei residenti della casa.

Installazione impianto idraulico

Di solito, il primo impianto che viene installato è quello idraulico. Le sue funzioni sono di approvvigionare l’acqua, distribuirla in tutta la casa (sia fredda che calda) e smaltire le acque scure e chiare.

L’impianto idraulico va collegato alla rete idrica e alla rete fognaria. Ogni impianto idrico ha un rubinetto collegato a un contatore che consente di controllare il flusso dell’acqua. Il rubinetto può essere utilizzato per chiudere completamente l’impianto dell’abitazione.

In molti casi, l’acqua entra in casa direttamente dalle tubature dell’acqua, ma in alcuni luoghi questo non è possibile e si utilizza una autoclave. È costituito da un serbatoio con una riserva d’acqua, una pompa elettrica e un tubo interno che viene utilizzato per pompare l’acqua in luoghi elevati.

Durante la fase di smaltimento, sono necessari due tipi di scarichi: uno per le acque scure e uno per le acque scure. Ciò è fondamentale perché l’acqua chiara è in realtà “acqua pulita”, mentre l’acqua scura proviene da lavatrici, docce e servizi igienici, il che dimostra quanto la separazione sia fondamentale.

Installazione impianto elettrico

Quando diventa obsoleto o difettoso, l’impianto elettrico è non può essere riparato, ma soltanto sostituito per proteggere la salute delle persone che vi abitano.

In primo luogo, deve essere chiaro che l’installazione di un impianto elettrico è compito di un elettricista in conformità alle norme CEI (Comitato Elettronico Italiano) e che si tratta di un settore in cui non è possibile lavorare in autonomia.

Gli impianti elettrici comprendono tutto ciò che serve per trasmettere e utilizzare l’energia elettrica e variano in base alle dimensioni della casa.

Per quanto riguarda l’elettricità, spetta a voi decidere se ricevere 3 kW o 6 kW di energia dall’azienda elettrica. Si tratta di valori di capacità standard, mentre altri operatori prevedono 1,5 kW o 4,5 kW.

La capacità viene solitamente determinata in base alle dimensioni dell’abitazione e alla quantità di energia necessaria.

L’elettricista deve innanzitutto preparare uno schema elettrico che mostri in modo schematico tutti i componenti dell’impianto.

Per gli impianti elettrici privati sono necessari due circuiti: uno da 16 ampere per le prese e uno da 10 ampere per l’illuminazione. Il cablaggio può essere montato a incasso o in superficie.

Nel primo caso, l’elettricista deve praticare delle tracce nella parete attraverso i quali passeranno i fili. In quest’ultimo caso, i cavi si troveranno all’esterno della parete e saranno nascosti dentro le canaline.

Una volta completata l’installazione, l’elettricista rilascerà una dichiarazione di conformità. Questo certificato attesta che i lavori sono stati eseguiti in conformità alle normative vigenti.

Il costo dei lavori di installazione elettrica dipende dal tipo di lavoro. Naturalmente, gli impianti elettrici esterni sono più economici di quelli integrati.

Di norma, il prezzo di una singola sorgente luminosa è di circa 50 euro, quindi se sapete quali sono i contatori presenti nella vostra casa, potete farvi un’idea approssimativa del costo.

Impianto di riscaldamento: le tipologie di caldaie

Il riscaldamento è una parte molto importante della ristrutturazione di una casa, e con tanti tipi diversi di sistemi disponibili è necessario trovare quello giusto per le vostre esigenze.

Ma quale è il sistema di riscaldamento migliore? Non esiste una risposta univoca. In altre parole, ognuno presenta vantaggi e svantaggi, per cui è necessario decidere in base alle proprie preferenze ed esigenze. Naturalmente, la scelta giusta creerà vantaggi finanziari e renderà più facile il pagamento della bolletta.

Tra i principali sistemi di riscaldamento, abbiamo il riscaldamento elettrico, a gas, a battiscopa, a soffitto e a pavimento.

La caldaia è il componente principale di un impianto a gas. Questo perché la caldaia brucia gas per riscaldare l’acqua, che viene poi convogliata attraverso i tubi ai radiatori. In poche parole, la caldaia crea calore e distribuisce l’acqua riscaldata a tutti gli ambienti della casa.

Spesso ci si chiede quale sia la migliore: una caldaia tradizionale o una a condensazione. La differenza principale è che nelle caldaie a condensazione il calore dei gas di scarico prodotto durante la combustione del combustibile può essere utilizzato anche per riscaldare l’acqua.

Quindi, la medesima quantità di gas può essere utilizzata per ottenere un rendimento energetico più elevato, con un notevole risparmio energetico e di costi.

Tuttavia, le caldaie a condensazione hanno lo svantaggio del costo. In effetti, costano di più delle caldaie tradizionali. Ma vale veramente la pena acquistarle? Dipende dalle circostanze.

Se si tratta di una casa in cui vivete tutto l’anno, o almeno per molto tempo, e di una proprietà di grandi dimensioni, vale la pena spendere un po’ di soldi per installare una caldaia a condensazione. Così facendo, recupererete l’investimento fatto in un breve tempo.

Le altre caldaie

Per quanto riguarda l’impianto elettrico, diventa utile se l’elettricità è generata da fonti di energia rinnovabili, come i pannelli solari fotovoltaici. L’unico problema è l’investimento iniziale, ma se si possono sostenere i costi, quelli successivi dovrebbero essere praticamente inesistenti.

Un tipo di sistema di riscaldamento che si è rapidamente diffuso negli ultimi anni è il riscaldamento a pavimento. Questo tipo di sistema presenta una serie di vantaggi che possono essere facilmente identificati.

In primo luogo, il calore viene distribuito in modo uniforme in tutta la stanza, rendendola più confortevole al tocco dei piedi. Inoltre, non essendoci radiatori ingombranti nelle stanze della casa, potete arredare gli ambienti senza limitazioni.

Ma soprattutto, il riscaldamento a pavimento consente di risparmiare energia e denaro. In questo modo, l’ambiente diventa più sano e si ottiene una significativa riduzione delle bollette.

L’unico aspetto negativo è il costo iniziale dell’installazione del sistema. L’installazione costa, ovviamente, ma solo se siete disposti ad attendere un po’ per ammortizzare i costi, allora potete procedere.

Il sistema di riscaldamento a battiscopa è simile a quello a pavimento, con l’unica differenza che ha costi di installazione inferiori. Sostituisce essenzialmente i normali battiscopa e viene installato lungo il perimetro della stanza, alla base della parete.

Inoltre, riscalda la superficie della parete e restituisce il calore all’ambiente, con un ulteriore risparmio energetico e il grande vantaggio di non bagnare la parete. Poiché c’è meno acqua, il riscaldamento è rapido e la temperatura desiderata viene raggiunta velocemente.

Infine, il riscaldamento a soffitto, che viene installato in modo tale che il calore si diffonda dall’alto. Il riscaldamento è installato sulla parete superiore fredda, che assorbe il calore e lo trasmette nella stanza.

Rifacimento intonaco delle pareti

La ristrutturazione di una casa prevede il rifacimento dell’intonaco delle pareti. Si tratta di un rivestimento che non solo le mantiene esteticamente gradevoli, ma le protegge anche dalle intemperie e dall’umidità. L’intonaco è una miscela di sabbia e leganti, come cemento, gesso, calce, ecc.

L’intonaco copre la muratura e lo spessore dello strato è di circa 1,5-2 cm. Esistono due tipi di intonaco: interno ed esterno; l’intonaco interno ha la funzione più importante di prevenire l’umidità e di fornire respiro alla parete, mentre l’intonaco esterno ha la funzione di proteggere dagli agenti esterni.

È composto da due strati:

  • Il primo strato si chiama abbozzo o rinzaffo e serve a creare un legame tra l’intonaco e la parete. Le pareti vengono inumidite e poi l’impasto viene applicato con una cazzuola. L’intonaco non viene applicato in modo uniforme, creando in questo modo zone ruvide che verranno utilizzate per l’aggrappaggio degli strati successivi.
  • Il secondo strato prende il nome di arriccio o intonaco rustico. La sua funzione è quella di rendere la parete uniforme, priva di difetti o imperfezioni. In questa fase si utilizza l’intonaco rustico.
  • Il terzo strato è chiamato intonachino, velo o intonaco civile. La sua funzione principale è quella protettiva e decorativa. Lo spessore non supera i 3 mm, dopodiché la superficie diventa liscia e uniforme.

Il massetto

Dopo i vari impianti e l’intonaco, arriva il momento del massetto. Si tratta di uno strato di cemento posato sopra il solaio e ha due funzioni: la prima è livellare completamente le superfici su cui poggiano gli elementi della casa, in particolare i pavimenti, la seconda è per inserire sotto tutti gli impianti della casa.

È quindi importante che non vi siano superfici irregolari o in pendenza. Lo spessore del massetto è compreso tra 4 e 8 cm. Se il massetto è inferiore a 8 cm, secondo gli esperti è necessario utilizzare alcuni prodotti per aumentare la resistenza.

Il massetto è composta da acqua, sabbia e cemento. Se questi tre elementi non sono perfettamente formulati, il successo del lavoro può essere seriamente compromesso, quindi la scelta di uno specialista deve essere fatta con la massima attenzione.

A volte gli additivi vengono inclusi nei normali impasti per massetti per soddisfare requisiti speciali, come il miglioramento delle prestazioni termiche o acustiche.

La scelta del pavimento

I rivestimenti dei pavimenti sono la spina dorsale della longevità di una casa, quindi è bene pensare a lungo a quali rivestimenti desiderate.

La scelta deve essere ben ponderata, poiché ha un grande impatto sul prodotto finito, sia in termini di estetica che di durata.

Se scegliete un pavimento troppo fragile per una casa con tre bambini, un gatto e un cane, è probabile che sia di breve durata e che dobbiate rifare il pavimento dopo un po’ di tempo.

Quando si installano diversi tipi di pavimento, bisogna anche tenere presente che la cucina e il bagno sono stanze in cui il pavimento sarà messo a dura prova.

Quindi dovete scegliere materiali resistenti. La cucina è probabilmente la stanza più frequentata e trafficata della casa e i pavimenti del bagno devono essere in grado di resistere all’acqua e all’umidità.

Poiché le camere da letto sono stanze meno frequentate, è possibile installare pavimenti più sottili e accoglienti, come il parquet.

Oggi esistono così tanti tipi di pavimenti sul mercato che è difficile scegliere, ma tra i più popolari abbiamo il gres porcellanato, il cotto e il parquet.

Le tipologie di infissi

Un altro fattore fondamentale durante la ristrutturazione della casa è la scelta dei serramenti in ottica di efficienza energetica. Le finestre ben isolate riducono la dispersione di calore, quindi il vostro investimento si ripagherà da solo con il risparmio sulle bollette.

Per quanto riguarda le finestre, negli ultimi anni la tecnologia si è notevolmente evoluta e ci sono adesso in commercio prodotti che limitano lo scambio termico e acustico tra interno ed esterno.

Componente importante è il vetro, che su una finestra dovrebbe essere doppio o addirittura triplo. In questo modo, la finestra sarà costituita da lastre di vetro con all’interno aria o gas inerte. I doppi vetri sono i più comuni, mentre i tripli vetri sono utilizzati soprattutto nelle case passive.

Le finestre possono essere in PVC, in legno, in alluminio oppure in materiali combinati.

Insieme alle finestre ci sono le persiane, che servono principalmente per oscurare la casa, ma recentemente contribuiscono anche all’isolamento acustico e termico. Sono fatte dello stesso materiale delle finestre.

Le persiane possono essere aperte in diversi modi:

  • a battente, in cui due ante si aprono;
  • genovesi, che si aprono nella parte inferiore e lasciano chiusa la parte superiore;
  • a libro, che si chiudono a fisarmonica;
  • scorrevoli, che scorrono su guide all’esterno della parete
  • incalanate, che scorrono all’interno di alcune fessure murate.

Arriviamo alle porte. Quelle a battente sono classiche e si aprono verso il lato della stanza in cui si entra. Vengono installate quando non c’è carenza di spazio e non è necessario ottimizzarlo.

Al contrario, se lo spazio è limitato, si scelgono solitamente le porte scorrevoli, disponibili sia a scomparsa che esterne. Le porte scorrevoli a scomparsa scorrono su binari montati sul lato interno della parete, mentre le porte scorrevoli esterne scorrono parallelamente al lato esterno della parete.

La pittura

Completato tutto, non resta che dipingere le pareti. Il primo passo è la scelta della pittura e della tecnica per pitturare la vostra casa.

La pittura a base d’acqua è quella più utilizzata. Disponibile in diversi colori, è eccezionalmente traspirabile e lavabile. Le macchie non vengono assorbite ed è molto resistente all’umidità, rendendola l’ideale per bagni e cucine.

Le pitture all’acqua impediscono inoltre lo sviluppo di muffe, esteticamente sgradevoli e dannose per la vostra salute.

Esistono diversi tipi di pitture a base d’acqua, che variano in base agli additivi. I prezzi cambiano a seconda della tipologia di pittura e del produttore ma, in media, un barattolo da 5 litri costa circa 20 euro.

Poi c’è la tempera, che è abbastanza economica. Il problema è che non è molto resistente e tende a scrostarsi nel tempo, quindi meglio usarla per i ripostigli. È composta da pigmenti adesivi e naturali, può essere diluita con acqua e applicata a pennello, a rullo o a spruzzo. Costa all’incirca 2 euro a litro.

Infine, la pittura a base di calce, che è molto resistente alla muffa e particolarmente traspirante. Tuttavia, non è opaca e la vecchia pittura sottostante deve essere accuratamente rimossa prima di applicarla.

Disponibile in tanti colori, l’inconveniente è il tempo di asciugatura, che si dilunga nel tempo più delle altre pitture. Un lattone di 15 litri costa intorno alle 50 euro.

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